Uova alla Bela Rosin

Con le Uova alla Bela Rosin ti invito idealmente alla mia tavola per raccontarti una storia mentre le gustiamo assieme.

Esistono storie d’amore che fanno di tormento, ostinazione e buona cucina il proprio fil rouge.

Quella tra Vittorio Emanuele II e Rosa Vercellana è stata una di queste.

Uova alla Bela Rosin - Vittorio Emanuele II e Rosa Vercellana
Vittorio Emanuele II e Rosa Vercellana detta La Bela Rosin
© Archivio Parco della Mandria
Fonte immagine www.museotorino.it

Sono molti i piatti legati a questa storia d’amore divenuta ormai leggendaria: tra questi ci sono le Uova alla Bela Rosin.

Si tratta di un antipasto tipico della cucina piemontese, semplicissimo e delizioso, ideale per il pranzo della domenica. Sono uova ripiene di maionese coronate da tuorli passati al setaccio: niente di più, ma, mi raccomando, che la maionese sia fatta in casa, come la faceva la Bela Rosin per il suo re.

Vittorio Emanuele II lo conosciamo tutti, ma chi era Rosa Vercellana, ribattezzata dal popolo piemontese che tanto la amava, La Bela Rosin?

Rosa era figlia di un militare che prestava servizio nell’esercito di Carlo Alberto. Conobbe Vittorio Emanuele II nel 1847 quando, con la sua famiglia, si trasferì presso il Castello di Racconigi.

All’epoca la Bela Rosin aveva solamente 14 anni, mentre Vittorio Emanuele, non ancora re, ne aveva 27 ed era sposato con Maria Adelaide d’Asburgo Lorena.

La differenza d’età e il fatto che Vittorio Emanuele avesse una moglie (e molte amanti e avventure), non impedirono ai due di iniziare una relazione dalla quale nacquero due figli – Vittoria ed Emanuele – e che sarebbe durata fino alla morte del Re.

La Bela Rosin e Vittorio Emanuele II furono aspramente osteggiati dalla corte, soprattutto in ragione delle origini di lei. A dispetto di tutto e di tutti, Vittorio Emanuele II perseverò e, dopo la morte della regina legittima, nel 1858, nominò Rosa Vercellana Contessa di Mirafiori e Fontanafredda donandole il castello di Sommariva Perno.

Più tardi, La Bela Rosin si trasferì in una tenuta all’interno dell’attuale Parco Regionale della Mandria, dove il re amava ritirarsi per trascorrere il tempo con la sua amante e dove questa preparava per lui piatti prelibati tra i quali quelle che oggi chiamiamo Uova alla Bela Rosin. Sì, perché quella tra Rosa Vercellana e Vittorio Emanuele  II fu una storia d’amore e di buona cucina.

Nella seconda metà del XIX secolo, La Bela Rosin e il Re si spostarono a Firenze. Vittorio Emanuele II si ammalò e, temendo di morire, fece di Rosa la sua moglie morganatica (priva del titolo di regina).

Alla scomparsa di Vittorio Emanuele II, avvenuta a Roma nel 1878, La Bela Rosin si trasferì a Pisa, presso il Palazzo Beltrami, dove restò fino alla fine dei suoi giorni (1885).

L’avversione della famiglia reale non si esaurì nemmeno dopo la morte della creatrice delle Uova alla Bela Rosin che non fu sepolta assieme al marito nel Pantheon romano (apparentemente per il fatto di non essere mai stata una vera regina). Per tutta risposta, i figli di Rosa fecero edificare una copia in scala ridotta del Pantheon a Torino dove le spoglie della madre trovarono riposo prima di essere spostate nel Cimitero Monumentale della città: si tratta del Mausoleo della Bela Rosin, situato nel quartiere Mirafiori Sud e restaurato nel 2005.

Uova alla Bela Rosin

La ricetta delle Uova alla Bela Rosin

Preparazione: 30 minuti

Cottura: 10 minuti

Riposo: il tempo di raffreddamento delle uova rassodate

Persone: 4

Ingredienti

Per le uova:

2 uova medie freschissime

Per la maionese:

  • Un cucchiaino di aceto di vino bianco
  • Sale fino q.b.
  • 1 tuorlo ricavato da un uovo grande, freschissimo (l’albume può essere utilizzato in una frittata)
  • La punta di un cucchiaino di senape dolce in salsa
  • 40 grammi di olio di semi di girasole
  • 7 grammi di olio extravergine di oliva
  • Succo di limone fresco q.b.

Procedimento

Preparare una ciotola contenente acqua e ghiaccio.

Sistemare le due uova medie in un pentolino, coprirle con acqua fredda, portare a lieve bollore e cuocere per 10 minuti a partire da quando l’acqua inizierà a fremere.

Prelevare le uova con una pinza e trasferirle nel bagno di acqua e ghiaccio, quindi lasciarle raffreddare completamente. Una volta fredde scolarle e batterle delicatamente sul piano di lavoro, poi, tenendole sotto il palmo della mano tesa, farle rotolare per creare tante crepe nel guscio. Pelarle con molta delicatezza per non danneggiarle, quindi passarle velocemente sotto a un getto di acqua fredda per eliminare eventuali residui di guscio. Tamponarle con carta da cucina per asciugarle.

Per la maionese, scaldare l’aceto, sciogliervi il sale e lasciare raffreddare.

Porre il tuorlo (che deve essere a temperatura ambiente) in un una ciotola di vetro e aggiungere la soluzione di aceto e sale e la senape.

Iniziare a sbattere con una frusta a mano o elettrica, versando prima l’olio di semi, poi quello extravergine di oliva a filo (la salsa deve essere piuttosto sostenuta: se risulta troppo morbida aggiungere ancora un po’ di olio di semi). Unire succo di limone a gusto, sbattere ancora per alcuni istanti, coprire e conservare in frigorifero fino al momento dell’utilizzo.

Tagliare le uova rassodate a metà nel senso della lunghezza e – con estrema delicatezza per non rompere gli albumi – separare i tuorli.

Porre questi ultimi in una ciotola e ridurli in una fine sbriciolata con una forchetta, oppure passarli attraverso un setaccio fine: nel primo caso otterrai una struttura più irregolare (quella che preferisco io).

Uova alla Bela Rosin

Riempire gli incavi degli albumi sodi con la maionese.

Completare le Uova alla Bela Rosin con i tuorli sbriciolati e servire.

Uova alla Bela Rosin

Ti auguro una gustosa giornata,

Paola Uberti

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